HOME PAGE | QUESTIONI DI PSICOLOGIA | TUTTI I FILOSOFI | NARRATIVA | DIDATTICA SCUOLA |
Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716) fu un grande matematico, filosofo, giurista, storico e diplomatico. Dimostr� sin da giovanissimo il suo talento per lo studio, tanto che il suo tutore gli permise a soli otto anni di accedere alla biblioteca del padre, notaio e docente universitario, scomparso due anni prima.
Dopo un periodo in Austria giunse infine anche in Italia, dove grazie ai missionari gesuiti viene a conoscenza della cultura cinese. Tornato ad Hannover nel 1690, negli anni seguenti fu occupato a portare avanti tre progetti principali: la stesura della storia della casata, lo sforzo di ottenere l'unificazione almeno delle Chiese protestanti e, sopratutto, lo sforzo di fondare l'Accademia prussiana delle Scienze. Quest'ultima venne infine istituita a Berlino nel 1700, e Leibniz fu nominato presidente a vita. Da due anni per�, sul trono di Hannover era salito Georg Ludwig, che mal sopportava i continui viaggi richiesti dagli impegni scientifici di Leibniz (dal 1691 era divenuto anche direttore della biblioteca di Wolfenb�ttel), che lo distoglievano dalla sua occupazione principale di storico.
Gli ultimi due anni della sua vita li trascorse ad Hannover, dove per� i rapporti con il principe elettore, nel frattempo diventato re Giorgio I d'Inghilterra, si erano irrimediabilmente deteriorati. Leibniz non riusc� a farsi trasferire a Londra, e al momento della sua morte, nel Novembre 1716, nessun membro della corte presenzi� ai funerali. A detta di molti, Leibniz fu l'ultimo genio universale della storia europea.
La produzione filosofica di Leibniz fu molto abbondante, ma in gran parte costituita da brevi saggi, note, appunti, commenti e numerosissime lettere scambiate con altri intellettuali della sua epoca. Le opere di un certo respiro, e in qualche modo capaci di esprimere buona parte del suo sistema di filosofia, sono poche e per lo pi� risalgono all'ultimo periodo della sua vita. Ci� nonostante, le dottrine di Leibniz sono dotate di grande coerenza interna, e costituiscono una delle pi� affascinanti testimonianze della storia della filosofia moderna. In esse sono visibili l'influenza e l'esplicit� volonta di collegarsi sia agli studi di Leibniz negli altri campi del sapere (in primo luogo quello matematico), sia alle tesi dei principali filosofi europei del periodo (Hobbes, Descartes, Spinoza, Malebranche, Newton e Locke).
Le tesi pi� caratteristiche della filosofia di Leibniz sono le seguenti.
Il super-essenzialismo (ogni aspetto di un individuo contribuisce alla sua identit�).
Pensare � calcolare (la verit� consiste in una relazione tra concetti).
Le monadi sono specchi viventi dell'universo (tutto � connesso con tutto).
LEIBNIZ:
Leibniz critica le teorie che rischiano di fondare un nuovo materialismo:
critica, dunque, l'atomismo e il meccanicismo cartesiano; critica poi Locke -
perch� quest'ultimo ritiene che il fondamento della conoscenza non sia la sola
esperienza - ed anche Spinoza - perch� ignora il carattere finalistico del
mondo.
La filosofia di Leibniz poggia sull'idea della spiritualit� dell'essere:
l'universo possiede un'infinit� di monadi ed � caratterizzato da un'ordine
divino, finalistico e contingente. Ogni monade dipende direttamente da Dio ed �
un punto di vista da cui il mondo � rappresentato. Per questo motivo spazio e
tempo, poich� dipendono dalle monadi, non sono realt� oggettive.
I corpi sono aggregati di monadi, controllati da una monade egemone, Dio,
garante dell'armonia tra le monadi del corpo e quelle dell'anima. Il nostro �
solo uno tra gli infiniti mondi possibili ed � il migliore, perch� scelto da
Dio.
Leibniz elabora una logica basata su un linguaggio universale e sul calcolo
matematico. Egli distingue le verit� di ragione (universali e necessarie) dalle
verit� di fatto (che rispondono al principio di ragion sufficiente, secondo cui
nulla accade senza un motivo).
Leibniz afferma che "nulla vi � nell'intelletto che prima non sia stato nel
senso, ad eccezione dell'intelletto stesso"; ed afferma, inoltre, l'esistenza
delle idee innate.