FILOSOFI : Hegel

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Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque a Stoccarda nel 1770 da una famiglia luterana di umili condizioni. A diciotto anni intraprese gli studi di filosofia e di teologia all'universit� di Tubinga

Hegel nacque nel 1770.
Notevole influenza ebbero i pensatori precedenti (Fichte, Schelling e Kant), e anche la figura di Napoleone che influenz� il suo modo di concepire la storia.
La sua vita � caratterizzata da numerosi spostamenti in citt� (Berna, Francoforte, Jena) dove insegnava .
Solo da pochi anni sono stati scoperti gli scritti giovanili di tema politico-religioso che permettono di indagare i concetti in embrione che svilupper� in seguito.
Sono: La vita di Ges� e La positivit� della religione cristiana. L�opera pi� importante � Fenomenologia dello spirito (1807).

Rigenerazione etico - religiosa e rigenerazione politica
Gli scritti giovanili rimasero inediti per tutto l�800. Il tema dominante � quello teologico. Egli studia un tema connesso con al rivoluzione francese: la rigenerazione morale e religiosa dell�uomo come fondamento della rigenerazione politica.
Era convinto che la rivoluzione politica dovesse basarsi su una rivoluzione culturale, cio� una rigenerazione della persona nella sua vita interiore e del popolo nella sua cultura.
L�idea di fondo dell�argomento politico � che l�aspirazione dei popoli a una vita migliore e alla libert� deve diventare realt� vivente attraverso riforme che elimino la supremazia del potere nobiliare. Perch� ci� accada la libert� interiore deve incarnarsi in istituzioni sociali, fondate sull�eguaglianza. La rivoluzione � una conseguenza della maturazione della coscienza del popolo.

Cristianesimo, ebraismo e mondo greco: perdita e nostalgia dello �spirito di bellezza�
Egli critica le strutture delle chiese cristiane affermatesi dopo la morte di Ges�, poich� in esse � sparito il senso profondo del messaggio religioso del maestro.
Ges� ha predicato l�amore, la fratellanza come precetto di vita, il superamento della legge esteriore (fatta di precetti e comandi) attraverso la legge dell�amore (fatta di cita interiore).
Le chiese hanno costruito una religione positiva (= dogmatica), cio� determinata attraverso criteri di verit� oggettivamente fissati (dogmi), attraverso leggi morali e precetti esteriori. Attraverso la riflessione filosofica sulla Bibbia, ripercorre la storia degli Ebrei. Hegel nota che gli Ebrei hanno visto il diluvio come un tradimento della natura nei loro confronti, e speravano nella salvezza di Dio (pensato in contrapposizione alla natura: Egli � tutto, l�uomo e la natura sono niente).
Gli Ebrei hanno scelto di vivere in inimicizia con la natura e in ostilit� con gli altri uomini: essi ripongono la salvezza nel loro di Dio di cui sono il popolo eletto. Ogni rapporto di amicizia con gli altri uomini mina il rapporto di fedelt� assoluta a Dio.
Essi sono vittima del destino (cio� della forza con cui la natura reagisce).
Ges� ha rifiutato la scelta del suo popolo superando le ostilit�. Hegel parte dall�idea che la vita sia una: inimicarsi gli altri popoli significa inimicarsi dei viventi e quindi porsi contro al vita stessa. Poich� una sola vita accomuna i viventi, la stessa vita degli Ebrei si � lacerata: l�amore di Ges� ricostituisce l�unit�.
La figura di Ges� � vicina al mondo greco. I Greci hanno vissuto il loro rapporto con al natura in spirito di bellezza, cio� in accordo con essa.
Tanto i Greci quanto Ges� sono stati sconfitti. Ges� muore ucciso dal suo popolo e i suoi seguaci hanno tradito il suo messaggio e costruito sette (Chiese) riproponendo lo spirito di separazione degli Ebrei.
Le Chiese moderne sono istituzioni storiche e sono condannate da Hegel perch� pensano a Dio come lo pensavano gli Ebrei. Occorre una nuova religione.

Tesi di fondo:
1. risoluzione del finito nell�infinito;
2. identit� tra ragione e realt�;
3. funzione giustificatrice della filosofia.
Finito e infinito
La realt� non � un insieme di sostanze autonome, ma un organismo unitario di cui tutto ci� che esiste � manifestazione. Tale organismo, non avendo nulla al di fuori di s�, coincide con l�Assoluto, mentre i vari enti del mondo, essendo manifestazioni di esso, coincidono con il finito. Perci� il finito non esiste perch� � lo stesso infinito.
L�hegelismo si configura come un monismo panteistico, cio� una teoria che vede nel mondo la manifestazione di Dio (= l�infinito).
Mentre per Spinoza l�Assoluto � una sostanza statica che coincide con la natura, per Hegel � un soggetto spirituale in divenire, in cui tutto ci� che esiste � �momento� di realizzazione. La realt� non � qualcosa di immutabile e gi� dato, ma un processo di auto-produzione che si rivela con l�uomo (= Spirito).

Ragione e realt�
Il soggetto spirituale infinito che sta alla base della realt� � chiamato �idea� o �ragione�, intendendo l�identit� di ragione e realt�.
�Ci� che � razionale � reale; e ci� che � reale � razionale�. (La razionalit� non � pura astrazione, ma la forma di ci� che esiste poich� la ragione costituisce il mondo.) La realt� non � una materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale. Ci� che risulta � ci� che razionalmente deve essere. Il mondo, in quanto �, � razionalit� dispiegata che si manifesta attraverso momenti necessari che non possono essere diversi da come sono. Per Hegel la realt� � una totalit� processuale e necessaria, formata da una serie di momenti, che rappresentano il risultato di quelli precedenti e il presupposto per quelli seguenti.

Funzionalit� della filosofia
Hegel ritiene che il compito della filosofia sia quello di prendere atto della realt� e di comprenderne le strutture razionali che la costituiscono. A dire come deve essere il mondo al filosofia arriva sempre tardi, poich� sopraggiunge quando la realt� ha compiuto il suo processo di formazione. Essa deve rinunciare alla pretesa di determinare la realt�, ma deve elaborare in concetti l�esperienza per dimostrane la razionalit�. Per l�illuminismo il filosofo doveva battersi per razionalizzare il mondo; al filosofia simboleggiava la luce della ragione contro le tenebre. Per Hegel il filosofo deve prendere atto della razionalit� del reale e mostrarne la necessit�; la filosofia assume il simbolo della Nottola di Minerva che prende il volo al crepuscolo.

Idea, natura e spirito. Le partizioni della filosofia
Hegel ritiene che il farsi dinamico dell�Assoluto passa attraverso 3 momenti: idea �in s� e per s� (tesi), idea �fuori di s� (antitesi) e idea che �ritorna in s� (sintesi).
- l�idea �in s� e per s� o idea �pura� � l�idea considerata in se stessa, a prescindere dalla sua realizzazione nel mondo. � assimilabile all�ossatura logico-razionale della realt�.
- l�idea �fuori di s� � la natura, cio� l�estrinsecazione dell�idea nelle realt� spazio-temporali del mondo.
- l�idea che �ritorna in s� � lo spirito, cio� l�idea che dopo essersi fatta natura torna nell�uomo.
Questa triade non � da intendersi in senso cronologico, ma ideale. Infatti ci� che esiste nella realt� � lo spirito (sintesi), che ha come condizione la natura (antitesi) e come presupposto l�idea pura (tesi).
A questi 3 momenti corrispondono le 3 sezioni in cui si divide il sapere filosofico:
� logica: � la scienza dell�idea in s� e per s� (dottrina dell�essere, dell�essenza e del concetto);
� filosofia della natura: � la scienza dell�idea nel suo alienarsi da s� (meccanica, fisica, organica);
� filosofia dello spirito: � la scienza dell�idea che ritorna in s� (soggettivo, oggettivo e assoluto).

La dialettica
L�Assoluto � �divenire�. La legge che regola tale divenire � la �dialettica�, che rappresenta:
- la legge (ontologica) di sviluppo della realt�;
- la legge (logica) di comprensione della realt�.
Hegel la utilizza nei vari settori della filosofia.
Egli distingue 3 momenti o aspetti del pensiero:
1. l�astratto o intellettuale: si ferma alle determinazioni rigide e isolate della realt�. (tesi)
2. il dialettico o negativo-razionale: nega le determinazioni astratte dell�intelletto, mettendole in rapporto con le determinazioni opposte. (antitesi)
3. lo speculativo o positivo-razionale: coglie l�unit� delle determinazioni opposte ricomponendole in modo sintetico. (sintesi)
Il secondo momento � il pi� importante perch� esalta il valore della contraddizione: i filosofi precedenti avevano cercato di eliminare la contraddizione dalle loro concezioni, mentre Hegel la pone come elemento fondante del divenire della realt�.
La dialettica consiste:
� nell�affermazione di un concetto astratto o limitato, che funge da tesi;
� nella negazione di questo concetto come qualcosa di limitato o finito e nel passaggio a un concetto opposto, che funge da antitesi;
� nell�unificazione dell�affermazione e negazione in una sintesi comprensiva di entrambe. Essa si configura come una ri-affermazione dell�affermazione iniziale (tesi), ottenuta tramite la negazione della negazione intermedia (antitesi). Hegel chiama la ri-affermazione Aufhebung che esprime l�idea di superamento che � un togliere e un conservare.

La critica alle filosofie precedenti.
ILLUMINISTI: la filosofia di Hegel implica un rifiuto della maniera illuministica di rapportarsi al mondo. Gli illuministi, facendo dell�intelletto il giudice della storia, ritengono che il reale non � razionale, dimenticando che la ragione (=lo spirito) � quella che prende corpo nella storia. Invece la ragione degli illuministi esprime solo le esigenze e le aspirazioni degli individui: � una ragione finita e parziale, cio� un �intelletto astratto�, che pretende di stabilire come dovrebbe essere e non � la realt�, mentre essa � sempre necessariamente ci� che deve essere.

KANT: Kant aveva voluto costruire una filosofia del finito. Per lui, le idee della ragione sono ideali, regole che spingono la ricerca scientifica all�infinito, verso una compiutezza che non raggiunge mai. Nel dominio morale, la volont� non coincide con al ragione e non raggiunge mai la santit�, che � il termine di un progresso all�infinito, ma che � propria soltanto di Dio.
L�essere non si adegua mai al dover essere. Secondo Hegel questa adeguazione � necessaria. A Kant Hegel rimprovera la pretesa di voler indagare la facolt� del conoscere prima di procedere a conoscere.

ROMANTICI: Hegel � un critico delle posizioni del �circolo� romantico, del quale aveva subito l�influenza. Il dissenso di Hegel nei confronti dei romantici verte su 2 punti:
1. contesta il primato del sentimento, dell�arte o della fede, sostenendo che al filosofia, in quanto scienza dell�Assoluto, � una forma di sapere mediato e razionale;
2. contesta gli atteggiamenti individualistici dei romantici, affermando che l�intellettuale non deve ripiegarsi sul proprio io, ma tener d�occhio l�oggettivo corso del mondo, cercando di integrarsi nelle istituzioni socio-politiche del proprio tempo. Hegel, anche se non rientra nella scuola romantica, � partecipe al clima romantico, del quale condivide il tema dell�infinito.
Hegel non costituisce un �superamento� del romanticismo, ma il diverso esito di una determinata direzione di sviluppo della cultura romantica.

FICHTE: Hegel gli muove 2 critiche:
1. accusa il soggettivismo di Fichte di non riuscire ad assimilare adeguatamente l�oggetto, cio� a ridurlo a semplice ostacolo esterno all�io, con il rischio di un dualismo fra spirito e natura, libert� e necessit� (Kant);
2. lo accusa di aver ridotto l�infinito a meta ideale dell�io finito. In questo modo il finito, per ricongiungersi con l�infinito, � in infinito progresso che non raggiunge mai il termine. Questo progresso all�infinito � il falso o cattivo infinito o l�infinito negativo; non supera il finito, ma esprime l�esigenza astratta del suo superamento.

La fenomenologia dello spirito.(incompleta)
Nella Fenomenologia dello spirito Hegel illustra la via che per giungere fino al principio della risoluzione del finito nell�infinito, ha dovuto percorrere al coscienza umana. La via che lo spirito infinito ha dovuto seguire per riconoscersi nella sua infinit� fa parte della realt�, perci� al fenomenologia dello spirito � parte della realt�.
La fenomenologia � la descrizione di ci� che appare; in Hegel denota l�apparire progressivo dello spirito a se stesso e coincide con il concetto di fenomenologia dello spirito.
La fenomenologia dello spirito � la storia romanzata (pi� interpretata e raccontata) della coscienza che giunge ad apparire a se stessa come coscienza infinita o universale. La fenomenologia si configura come la via attraverso cui il singolo individuo ripercorre i gradi di formazione dello spirito universale come figure. Le figure sono entit� ideali e storiche in quanto esprimono delle tappe ideali dello spirito che hanno trovato una loro esemplificazione nel corso della storia. Esse rimandano ai settori pi� disparati della vita dello spirito. (le figure sono descrizioni dettagliate dei momenti specifici dello spirito. I momenti specifici sono le determinazioni che sono statiche e devono essere messe in movimento tramite contrapposizioni, poich� in quanto statiche bloccano l�evoluzione dello spirito che � divenire).
Il ciclo della fenomenologia viene riassunto in una delle sue figure particolari, quella della coscienza infelice. La coscienza infelice � quella che non sa di essere tutta la realt� e che perci� si trova scissa in opposizioni e conflitti dai quali � dilaniata e dai quali esce solo tramite la coscienza di essere tutto.
La prima parte della fenomenologia si divide in 3 momenti:
� coscienza (tesi): attenzione verso l�oggetto;
� autocoscienza (antitesi): attenzione al soggetto;
� ragione (sintesi): si riconosce l�unit� profonda fra soggetto e oggetto sintetizzando i momenti della coscienza e dell�autocoscienza.

Coscienza.
Il punto di partenza della coscienza � la certezza sensibile. Questa appare come al certezza pi� ricca e sicura, ma � al pi� povera. Essa non rende certi che di una cosa singola, questa cosa, di cui siamo certi in quanto presente qui e ora. La certezza sensibile non � certezza della cosa particolare, ma del questo, che � universale. Il questo non dipende dalla cosa, ma dall�io che lo considera, perci� la certezza sensibile � la certezza di un io universale, poich� anch�esso � un io in generale. Se dalla certezza sensibile si passa alla percezione si ha lo stesso rinvio all�io universale: un oggetto non pu� essere percepito come uno se l�io non riconosce che l�unit� dell�oggetto � da lui stesso stabilita.
Se si passa dalla percezione all�intelletto, questo riconosce nell�oggetto una forza che agisce secondo una legge determinata, perci� vede nell�oggetto un fenomeno, a cui si contrappone l�essenza dell�oggetto, che � ultrasensibile.
Siccome il fenomeno � solo nella coscienza, essa ha risolto l�oggetto in s� stessa ed � diventata coscienza di s�, cio� autocoscienza.

DAL WEB :

www.riassuntiscuola.altervista.org

 


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