FILOSOFO E PEDAGOGISTA : ROUSSEAU

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ROUSSEAU

 

Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 1712 - Ermenonville, 1778) ebbe un'infanzia difficile: la madre Suzanne mor� dandolo alla luce, il padre fu presto costretto ad abbandonare la citt�, senza poter portare con s� i figli.

Nel 1745 si avvicin� a Diderot e a Condillac, collaborando successivamente alla stesura di alcune voci dell'Encyclopedie. Nel 1757 interruppe i suoi rapporti con gli Enciclopedisti e si ritir� a Mountmorency, dove scrisse le sue opere pi� importanti: La nuova Eloise, Il contratto sociale e l'Emilio. A causa delle cattive condizioni di salute, si ritir� dopo qualche tempo a Ermenonville, dove mor�.

 

J. J. Rousseau: il pensiero.

Un posto a parte nell�Illuminismo francese ha Rousseau. L�illuminismo non aveva fatto della ragione la sola realt� umana ,aveva riconosciuto i limiti di essa ,nonch� il volume e la forza dei bisogni, degli istinti e delle passioni. Aveva per� posto nella ragione la vera Natura dell�uomo ed � su questo punto che Rousseau infrange l�ideale illuministico. Per lui ,infatti, la vera Natura dell�uomo non � ragione, bens� spontaneit�, impulso e passione. La stessa ragione devia e si travia se non assume come guida l�istinto naturale. Nell�opera di Rousseau l�oratoria e l�entusiasmo preva 323e46d lgono sul ragionamento e la dimostrazione .

� lecito chiedersi se esiste un�unit� di fondo del suo pensiero che garantisca l�unit� della sua personalit� di filosofo: in alcune opere (come �La nuova Eloisa�) egli si fa banditore di un individualismo radicale, per il quale l�uomo non pu� e non deve riconoscere altra guida che il suo sentimento interiore; in altre (come il �Contratto Sociale�) elogia un comunitarismo radicale, nel quale lo Stato civile � posto al di sopra del singolo.

Discorso sull�origine della disuguaglianza.

Punto cardine del pensiero rousseauiano � il contrasto tra uomo allo stato naturale e uomo lo stato civile. La storia della civilt� e del progresso, secondo Rousseau, hanno alienato la mente dell�uomo e gli hanno procurato infelicit�.

�Tutto � bene� egli dice all�inizio dell��Emilio� �quando esce dalle mani dell�Autore delle cose; tutto degenera tra le mani dell�uomo.�

Tutti i beni che abbiamo conquistato, i tesori del sapere non hanno contribuito alla felicit� dell�uomo, anzi lo hanno allontanato dalla sua origine ed estraniato dalla sua natura.

Le scienze e le arti sono nate dai nostri vizi e hanno contribuito a rinforzarli.

La nascita della civilt�, allontanando l�uomo dallo stato di Natura, ha generato la disuguaglianza e con essa tutti i mali sociali, per combattere i quali � necessario ripristinare le caratteristiche dello stato naturale, pur in quello civile.

Questo � lo scopo che egli si propone nello scrivere il Contratto Sociale.

Contratto Sociale.

Nel �La nuova Eloisa� si narra di due giovani amanti contrastati dai parenti e dalle convenzioni sociali: � l�affermazione della santit� del vincolo familiare fondato sugli istinti naturali.

Il C.S. vuol essere per la politica ci� che la �La nuova Eloisa� � per la famiglia: il riconoscimento delle condizioni per le quali la comunit� pu� ridursi alla Natura, cio� ad una forma di fondamentale giustizia.

Il problema che R. si pone �: �trovare una forma di associazione che tuteli l�associato e i suoi beni con la forza comune, e nella quale l�associato pur unendosi con tutti, non obbedisca tuttavia che a se stesso.�

L�opera �, infatti, la delineazione di un organismo etico-politico nel quale l�individuo non obbedisce ad alcuna volont� estranea, ma ad una volont� generale che egli riconosce per propria e quindi, in ultima analisi a se stesso.

Tale forma di associazione � il contratto, nel quale l�uomo aliena tutti i suoi diritti al corpo politico, esprimente la volont� generale.

Essa non � la somma delle volont� particolari, ma un unico pensiero diretto all�utilit� generale. Atti della v.g. sono le leggi, cio� i mezzi per giungere al bene comune.

Intermediario tra il corpo politico e i sudditi � il governo, che ha il compito di eseguire le leggi.

Talvolta accade che i governi degenerino opponendo alla volont� generale una loro volont� particolare, ma in definitiva non hanno alcun�autorit� verso il popolo, che � il vero detentore della sovranit�.

Un patto sociale stabilito a tali condizioni garantisce, secondo Rousseau, la libert� dei cittadini, in quanto l�individuo obbedendo alla v.g non subisce alcuna limitazione o diminuzione. Infatti, questa legge generale corrisponde alla legge naturale che guidava l�uomo pre-civile: seguendola, l�uomo segue la sua origine.

Lo scopo di questo stato non � di riproporre la libert� naturale, ma una libert� sua sostituta, disciplinata e moralizzata, la quale garantisca nello stato civile ci� che la prima garantiva in quello naturale: la felicit�.

La libert� � perci� la vera Natura dell�uomo.

Il pensiero di Rousseau � dunque molto profondo, mirando egli a definire l�essenza dello Stato, che scopre essere l�identificazione della libert� con la legge.

Democrazia e totalitarismo in Rousseau.

Il C.S. rivela un�ambiguit� di fondo in Rousseau: da un lato egli si propone come un teorico della democrazia e un filosofo della libert� per l�esplicita affermazione che la sovranit� appartiene al popolo e per l�idea di una comunit� di cittadini liberi ed eguali; dall�altro egli si fa sostenitore di una democrazia totalitaria e di un collettivismo dispotico, per l�asserita idea di uno stato prevaricante il singolo. Tale contrapposizione trover� esemplificazione nella Rivoluzione Francese, dilaniata tra la proclamazione della libert� e la pratica del Terrore, secondo uno schema che si riproporr� durante l�avvento del comunismo e del nazismo.

L�influenza di Rousseau fu importantissima nella stesura della �Dichiarazione dei diritti dell�uomo e del cittadino�. In particolare cito:

ART.3: �IL PRINCIPIO DI OGNI SOVRANITA� RISIEDE ESSENZIALMENTE NELLA NAZIONE.

ART.6: �LA LEGGE E� ESPRESSIONE DELLA VOLONTA� GENERALE.TUTTI I CITTADINI, PERSONALMENTE O MEDIANTA I LORO RAPPRESENTANTI CONCORRONO ALLA SUA FORMAZIONE.�

La religione naturale.

Il punto di vista di Rousseau a proposito della religione � espresso nel �Espressioni di fede del vicario Savoiardo�. R. ritiene che la religione, testimoniata oscuramente dal sentimento e dall�istinto, vada legittimata con l�uso della ragione.

Il vicario, infatti, interroga il lume della ragione affinch� analizzi le varie opinioni della fede interiori, e accetta solo quelle che dimostrano la massima verosimiglianza.

LA PEDAGOGIA IN ROUSSEAU

Fra l�adolescente e l�adulto non c�� tanto differenza in grado, per cui il fanciullo possa essere considerato un uomo imperfetto, quanto differenza qualitativa. "La natura vuole che i fanciulli siano fanciulli prima di essere uomini. L�infanzia ha certi modi di vedere, di pensare, di sentire, del tutto speciali; niente � pi� sciocco che volere sostituire ad essi i nostri" "Ogni et�, ogni stato di vita ha la sua perfezione conveniente, la specie di maturit� sua propria. Abbiamo sentito spesso parlare d'un uomo fatto: consideriamo ora un bambino fatto."

Il ragazzo ideale quindi, si educa per naturale sviluppo delle forze proprie, ma queste passano attraverso le fasi che la natura stessa ha stabilito: l�infanzia, in cui si stabilisce il suo rapporto con le cose attraverso il piacere o dolore che gli procurano, la fanciullezza in cui stabilisce questo rapporto in base alla convenienza, ossia l�utilit� che ne ricava, l�adolescenza, infine, in cui lo stabilisce in base al giudizio che esprime su di esse alla luce dell�idea di perfezione e di felicit� che gli proviene dalla ragione.

Il primo stadio dunque � quello dell�infanzia o puerizia, che si prolunga fino all�apprendimento del linguaggio. In questo periodo, il bambino "non � nulla di pi� di quello che era nel seno della madre: non ha alcun sentimento, alcuna idea; ha appena delle sensazioni; non sente nemmeno la propria esistenza".

Le caratteristiche dello sviluppo infantile sono: l�acquisizione del linguaggio ed il movimento, con cui il bambino entra e prende contatto con la realt�. Il bambino, pertanto, deve avere l�opportunit�: di vedere, toccare e manipolare oggetti, che possano fargli suscitare sensazioni (freddo-caldo; durezza-mollezza; pesantezza-leggerezza, ecc.); di muoversi per sviluppare le prime sensazioni fra s� ed il mondo esterno e al fine di acquisire l�idea di estensione, sviluppando la nozione dello spazio, dei luoghi e delle distanze, di esprimersi con il gesto, il grido, il pianto e il lamento. L�educazione, deve assicurare al bambino grande libert� di movimento e lo deve stimolare a fare da s�. Il precettore, studia il suo linguaggio per imparare a distinguere le sue intenzioni ("i primi pianti sono preghiere, poi possono diventare ordini�") ma non gli deve insegnare a parlare prematuramente; deve inoltre impedire che contragga abitudini, perch� possono essere fonti di pregiudizi; lo stimolo a servirsi di tutte le forze concessegli dalla natura.

Il secondo stadio � quello della fanciullezza che si estende fino al dodicesimo anno. Rappresenta l�inizio della vera vita, in quanto, in questo periodo, Emilio acquista coscienza di se stesso:" la memoria estende il sentimento dell�identit� su tutti i momenti della sua esistenza" ; "diventa veramente uno e il medesimo e, perci� gi� capace di felicit� e di miseria".

L�azione educativa, in questo periodo, si concentra sui seguenti aspetti dello sviluppo: l�esercizio delle forze, la formazione di un comportamento disciplinato dalla necessit� e, dalla dipendenza delle cose, la formazione della ragione sensitiva, l�istruzione che viene dalle cose e non dai libri. Anche in questo stadio, occorre soddisfare il bisogno del fanciullo ad esternare le sue energie fisiche e spirituali con l�azione ed il gioco. Il fanciullo ancora non intende la legge morale, per cui va mantenuto nella sola dipendenza delle cose:" ch�egli senta per tempo sulla sua testa il duro giogo, imposto dalla natura all�uomo: la necessit� sotto il quale bisogna che ogni essere finito si pieghi, che veda questa necessit� nelle cose, mai nel capriccio degli uomini; che il freno che lo trattiene sia la forza e non l�autorit�". Eventuali castighi vanno inflitti non come tali, bens� come conseguenze o reazioni naturali delle cattive azioni. "Siccome, poi, tutto ci� che penetra nell�intendimento umano vi penetra per mezzo dei sensi, la prima ragione dell�uomo � una ragione sensitiva ed � quella che serve di base alla ragione dell�intelletto". Si forma non solo esercitando i sensi e, cio�, facendo uso, ma anche imparando a giudicare per loro mezzo. L�interesse, infine, � la molla che stimola i suoi primi apprendimenti..

Il terzo stadio � quello dell�adolescenza, che si estende fino al quindicesimo anno. Questo periodo � caratterizzato da un�eccedenza di forze sui bisogni vitali e da un conseguente passaggio dalle sensazioni alle idee, alla ragione sensitiva a quella intellettiva e dall�educazione negativa a quella positiva. Lo sviluppo del bambino, che nel primo stadio era caratterizzato da un�eccedenza di bisogni vitali e da debolezze di forze, nel secondo stadio da un equilibrio tra bisogni e forze in aumento, ora si distingue per l�eccedenza delle forze e per una debolezza dei bisogni. L�adolescente, quindi, non solo pu� bastare a se stesso ma dispone di forze superiori al bisogno. "E� il solo tempo della sua vita in cui si trover� in questa condizione, tempo che non viene che una volta sola, tempo assai breve".

L�adolescente impiegher� queste forze sia per procurarsi tutto ci� che potr� servirgli in caso di necessit� e, in primo luogo, un�istruzione ed un lavoro, sia per ricercare senza tregua, sfruttando la sua curiosit�, i mezzi che gli occorrono per migliorare se stesso. "La curiosit�, ben diretta, � il movente di questa et�".

Emilio, stimolato appunto dalla curiosit� e dall�interesse, cura la formazione della ragione intellettiva, acquisendo le cognizioni che possono essergli utili e sviluppando la capacit� di giudizio, cura la formazione tecnica, imparando un mestiere. Emilio, che fino a questo momento non ha avuto libri, ne utilizza ora uno solo: Robinson Crusoe. Questo eroe che, solo, privo dell�assistenza dei suoi simili e degli strumenti di tutte le arti, ha saputo provvedere alla sua sussistenza, conservazione e perfino benessere, costituisce il modello a cui Emilio dovr� ispirarsi.

Il quarto stadio � quello della giovinezza, della pubert�, delle passioni nascenti e si conclude con il matrimonio di Emilio. Questo stadio in cui Emilio, anzich� terminarla, ricomincia la sua educazione, � caratterizzato dalla formazione morale, sociale e religiosa e, cio�, dalla trasformazione dell'essere fisico in essere morale. Il processo di trasformazione inizia quando l�amore di s�, sorgente delle passioni, si rivolge non pi� alle cose ma agli uomini, diventando sentimento sociale, ma rischiando anche di degenerare in amor proprio.

Emilio "finch� si conosce solo per il suo fisico, deve studiarsi per mezzo dei suoi rapporti con le cose: � questo il compito della sua fanciullezza; quando comincia a sentire il suo essere morale, deve studiarsi nei sui rapporti con gli uomini: � il compito della sua vita intera". A contatto con i suoi simili, Emilio scopre l�amicizia e la piet� ed impara a conoscere gli uomini vedendoli agire, attraverso lo studio della storia e l�ammaestramento delle favole, o agendo direttamente, attraverso l�esercizio delle virt� sociali.

Man mano poi che progredisce nella moralit� (formazione morale) e nella capacit� di astrazione (formazione intellettuale) si avvicina a Dio. Per lo stesso tramite intellettuale delle astrazioni, appunto, in cui si elabora la conoscenza delle cose, lo spirito arriva all�idea dell�Essere che ne � il creatore.

L�educazione dell�Emilio si conclude, infine, con la ricerca della sposa: Sofia, per la creazione di una nuova famiglia che sia l�inizio di una nuova societ� e con lo studio della natura del governo in generale, delle diverse forme di governo e, infine, del governo particolare del paese in cui Emilio � nato, per sapere se gli convenga o no continuare a viverci. Sofia, per�, non ha ricevuto la stessa educazione di Emilio, perch�, secondo Rousseau, la differenza di sesso comporta mansioni diverse e una diversa educazione. L�educazione della donna va realizzata in funzione dell�uomo (la donna deve piacere, deve essere utile) ed in funzione dell�opinione pubblica. Questa, dice Rousseau, "� la tomba delle virt� per gli uomini ed � il trono per le donne", infatti, "non basta che le donne siano stimabili, bisogna che siano anche stimate".

L�educazione , dunque, deve rispettare l�ordine della natura e non sovvertirlo, trattando il fanciullo come se fosse adulto e ignorandone le peculiari caratteristiche. Rousseau dice infatti:" la natura vuole che i fanciulli siano fanciulli prima di essere uomini. Se noi vogliamo rovesciare questo ordine, produrremo frutti precoci, che non avranno n� maturit� n� sapore, e non tarderanno a corrompersi: noi avremo giovani dottori e vecchi fanciulli. L�infanzia ha maniere di vedere, di pensare, di sentire, che le sono proprie; nulla � meno sensata che il volervi sostituire le nostre."

E�  indispensabile per Rousseau, al fine di garantire un opportuno sviluppo naturale del bambino e lo sviluppo delle sue doti, un aiuto esterno, che per�, non pu� provenire dall�ambiente familiare, n� da altri ambienti. Rousseau riserva questa funzione a un solo educatore. Il precettore, appunto, protegge ed aiuta lo sviluppo naturale del ragazzo e collabora con la natura. Egli si dedicher� all�educazione di Emilio, guidandolo "dal momento della nascita fino a quando, divenuto uomo, non avr� bisogno di altra guida che di se stesso"; regoler� in conseguenza tutta la sua vita, compresa l�alimentazione, lo curer� in caso di malattia, organizzer� le esperienze che riterr� necessarie al suo progresso intellettuale e morale, utilizzer� tutti i mezzi che, in rapporto alla sua et�, saranno in grado di ottenere la sua fiducia e la sua docilit�.

Il precettore deve amare l�infanzia: "amate l�infanzia, ammonisce Rousseau, secondate i sui giochi, i suoi piaceri, il suo amabile istinto. Chi di voi, talvolta, non rimpiange codesta et� in cui il sorriso � sempre sulle labbra e l�anima � sempre in pace? Perch� vorreste voi togliere a questi piccoli innocenti il godimento di un tempo cos� breve, che sfugge loro e di un bene cos� prezioso, di cui non saprebbero abusare? Perch� vorreste riempire di amarezza e di dolori questi primi anni cos� rapidi che non torneranno pi� per essi, come non possono pi� ritornare per voi?"

L�educatore non deve lasciarsi suggestionare da modelli morali e religiosi, ma parlare al fanciullo il linguaggio della natura. La sua attivit� sar� cos� regolata. In un primo tempo, fino ai dodici anni circa, il suo compito � puramente protettivo (educazione negativa) in quanto deve limitarsi a salvaguardare l�educazione da flussi perturbatori e raggiungere il fine educativo mediante l�attesa paziente e l�osservazione. In questo periodo nulla deve essere fatto nel senso dell�educazione autoritaria, ma molto deve accadere, perch� il fanciullo possa svilupparsi secondo l�ordine naturale. Il suo compito fondamentale � lo studio dell�individualit� del fanciullo, per conoscerne a fondo il temperamento e la vocazione.

La natura del fanciullo � buona, dice Rousseau, per cui, se � lasciata libera, si svolger� spontaneamente senza deviare dalla sua linea di sviluppo. "Quando la libert� dei fanciulli non � guasta per colpa nostra, essi nulla vogliono inutilmente. Bisogna che essi saltino, che corrano, che gridino quando ne hanno voglia. Tutti i loro movimenti sono dei bisogni della loro costituzione che cerca di fortificarsi; ma si deve diffidare di ci� che essi desiderano senza poterlo fare da se stessi e che gli altri sono obbligati a fare per lui."

Il concetto di negativit� rivela alcuni aspetti contraddittori: lontano dal limitarsi ad osservare Emilio che cresce a contatto con le cose, dal contenere il suo intervento entro i limiti di una oculata vigilanza, Rousseau trasforma incessantemente l�ambiente, organizza situazioni, crea occasioni, di modo che, al momento da lui ritenuto opportuno, il fanciullo sia costretto a incontrarsi con certe "cose", a fare certe esperienze, a porsi certi problemi. N� si tratta di abuso involontario, del quale l�autore sia consapevole, tutt�altro.

In un passa celeberrimo Rousseau dice: "Emilio deve credere di essere sempre lui il padrone ma in realt� il padrone dovete essere voi. Non vi � sottomissione pi� completa di quella che conserva l�apparenza della libert�; cos� la volont� stessa risulta imprigionata�Indubbiamente egli non deve fare se non ci� che vuole, ma non deve volere se non ci� che voi volete che faccia; non deve fare un passo che voi non abbiate previsto; non deve aprir bocca senza che voi sappiate cosa dir�."

L�educazione negativa si � ormai trasformata in intervento dissimulato e la libert� dell�educando si risolve nell�assenza della consapevolezza di essere sotto il dominio dell�educatore, cio� nella peggiore forma di schiavit�. L�illusione che l�uomo sia libero in quanto, come i bruti, non � conscio dei suoi stati mentali e affettivi � proprio quella che lo mantiene non libero. I limiti della concezione di Rousseau rivelano qui tutta la loro gravit�. Nello stato di natura, essere liberi significa agire secondo l�impulso dell�istinto, perch� anche nello stato civile l�uomo si senta parimenti libero occorrer�, secondo Rousseau, rendere i comportamenti di tipo sociale identici a quelli istintivi. In altri termini: gli uomini devono credersi, devono sentirsi, liberi da ogni violenza, da ogni sottomissione, da ogni specie di costrizione, anche se oggettivamente violenza, sottomissione e costrizione risulteranno indispensabili per realizzare il bene comune. Di qui il netto prevalere del metodo "indiretto" nell�educazione.

 

 


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