LA COGNIZIONE DEL DOLORE
DI EMILIO GADDA
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DI GADDA
Romanzo incompiuto apparso la prima volta a puntate, tra il 1938 e il 1941, nella rivista "Letteratura".
Il romanzo è incompiuto perché i fatti della guerra turbarono a tal segno l'animo dell'autore "da ostacolargli (fino al 1940) indi rendergli a poco a poco inattuabile ogni sorta di prosa".
La cognizione del dolore è ambientato nell'immaginaria repubblica latino-americana del Maradagàl, appena uscita da una guerra col vicino Stato del Parapagàl. L'ambiente reale che traspare dalle pagine dell'opera è però, per molti versi, quello lombardo della Brianza, durante il tempo del fascismo. A sua volta il protagonista, l'hidalgo-ingegnere Gonzalo Pirobutirro, è, in parte, una proiezione della personalità dell'autore. Affetto da una nevrosi, Gonzalo vive isolato in un ambiguo rapporto di amore-odio con la madre, da cui non sa staccarsi, ma alla quale rimprovera di aver sacrificato l'avvenire dei figli impegnando ogni avere nella costruzione di una villa, assurta a simbolo di prestigio sociale. Madre e figlio sono accomunati dalla "cognizione del dolore", ossia dall'esperienza di una profonda sofferenza. Essa deriva alla donna dalla morte di un figlio in guerra, a Gonzalo dal rifiuto e insieme dal desiderio di inserirsi nella società. Nella rinuncia irosa al mondo banalmente felice degli "altri" e alle loro ottuse certezze, espressa da Gonzalo, come nell'ironia e nei feroci sarcasmi ricorrenti in Gadda, è ravvisabile la rabbia "privata" di un uomo che accoglie i principi borghesi ma si sente tradito dalla borghesia senza ideali dell'Italia fascista, nella quale non può riconoscersi.
INCIPIT
In quegli anni, tra il 1925 e il 1933, le leggi del Maradagàl, che è paese di non molte risorse, davano facoltà ai proprietari di campagna d'aderire o di non aderire alle associazioni provinciali di vigilanza per la notte - (Nistitúos provinciales de vigilancia para la noche); e ciò in considerazione del fatto che essi già sottostavano a balzelli ed erano obbligati a contributi molteplici, il cui globale ammontare, in alcuni casi, raggiungeva e financo superava il valsente del poco banzavóis che la proprietà rustica arriva a fruttare, Cerere e Pale assenziendo, ogni anno bisestile: cioè nell'anno su quattro in cui non si sia verificata siccità, non pioggia persistente alle semine ed ai raccolti, e non abbi avuto passo tutta la carovana delle malattie.
TRAMA
Parte prima
I.
Il 28 agosto 1934, a Lukones, piccolo villaggio del Maradagàl, il dottor Felipe
Higueróa viene informato dal peone José che don Gonzalo Pirobuttirro d'Eltino lo
attende nella sua villa per una visita.
Lukones è recente teatro di un piccolo scandalo: il sorvegliante sordo di guerra
del Nistitúo provincial de vigilancia para la noche, da tutti conosciuto come
Pedro Manganones, oltre a fingere la sua sordità, risulta essere registrato
all'anagrafe con il nome di Gaetano Palumbo. Al dottor Higueróa sono stati
forniti ragguagli in merito dal colonnello medico Di Pascuale, che aveva già
visitato e smascherato il Palumbo qualche anno prima, quando aveva fatto
richiesta della pensione di guerra.
(Il colonnello Di Pascuale vive con la moglie nella portineria di Villa Maria
Giuseppina, di proprietà dei coniugi Bertoloni e oggetto di recenti episodi
sfortunati: due fulmini si erano abbattuti su di essa a due anni di distanza
l'uno dall'altro, il primo scaricatosi sulle ville confinanti con conseguenti
azioni legali di risarcimento; venuto improvvisamente a mancare il grande poeta
Carlos Caçoncellos, «l'idolatria del pubblico per l'Estinto [...] vietava loro
[i Bertoloni] nel modo più perentorio di "rimuovere anche soltanto uno spillo"
nei diversi locali della Giuseppina»; nella comunità locale si era sparsa la
credenza che la villa fosse abitata da fantasmi.)
Il dottor Higueróa si appresta quindi a raggiungere Gonzalo, un nevrotico
ingegnere che vive con la madre, conduce una vita appartata e gode di cattiva
fama presso gli abitanti di Lukones e della vicina Pastrufazio: misantropo,
iracondo e crudele, oltre che «vorace, e avido di cibo e di vino».
II.
Il dottor Higueróa giunge alla villa. Prima che gli si faccia incontro Gonzalo,
Higueróa raccoglie lo sfogo della domestica Battistina, che biasima l'ingegnere
perché persona spaventosa, capace di terrorizzare anche la propria madre.
III.
Il dottor Higueróa visita Gonzalo e lo sollecita a distrarsi. Gonzalo,
indifferente agli inviti del dottore, si sfoga, lamentando l'eccessiva
generosità della madre nei confronti del prossimo, la fame e il freddo che egli
ha patito nell'infanzia; minaccia di cacciare tutti coloro che frequentano la
villa (domestiche, peones, ragazzini a lezione di francese) e rivendica il
possesso della sua casa e il diritto di viverci solo con la madre.
IV.
La conversazione tra Gonzalo e Higueróa si sposta sul muro di cinta della villa,
inadatto a svolgere una funzione di difesa. Gonzalo mostra una qualche
apprensione al pensiero che alla madre, in sua assenza (egli è spesso lontano
per lavoro), possa accadere qualcosa; ciononostante, non intende abbonarsi al
Nistitúo provincial de vigilancia para la noche.
Un sorvegliante del Nistitúo (Gaetano Palumbo), giunto alla villa in cerca della
madre di Gonzalo, è accolto in malo modo. Il dottor Higueróa racconta dei
ripetuti tentativi (infine coronati dal successo) del colonnello medico Di
Pascuale di smascherare la finta sordità di Gaetano Palumbo.
Parte seconda
I.
La madre di Gonzalo (Elisabetta François) vaga per la casa, sola: un figlio, il
minore, morto in guerra; l'altro, Gonzalo, raramente in casa per i suoi viaggi
di lavoro.
II.
Gonzalo è di ritorno alla villa da uno dei suoi viaggi. La madre gli prepara la
cena. Ha soggezione del figlio, è inquieta, timorosa.
III.
Gonzalo, pensieroso, è a tavola per cenare. Una sua manifestazione d'affetto
verso la madre è interrotta dall'arrivo del peone José. Gonzalo è infastidito
dalla miseria del peone, dal suo sudiciume. Lo caccia di casa in malo modo.
Trascorrono alcuni giorni. La madre di Gonzalo appare serena; Gonzalo, più volte
lontano da casa per lavoro, appare angustiato dall'inutilità del muro di cinta.
IV.
Gonzalo ascolta la lavandaia Peppa raccontare a José del furto subito dal
cavalier Trabatta. Questi si è sempre rifiutato di abbonarsi al Nistitúo e in
risposta al furto (sospetta forma di minaccia da parte del Nistitúo stesso
contro chi non ricorre alla sua protezione) ingaggia per la guardia notturna del
suo castello Bruno Olocati ed Ermenegildo Gomez, due giovani cugini con passato
di contrabbandieri.
Qualche tempo dopo, Gonzalo sorprende in cucina la madre con diversi abitanti di
Lukones. Non sopporta tale invasione della sua casa, s'infuria con la madre e la
minaccia («se ti trovo ancora una volta nel branco dei maiali, scannerò te e
loro»). Preparata la valigia, parte.
V.
I due cugini ingaggiati dal cavalier Trabatta, durante una sorveglianza notturna
al castello, avvertono un suono di passi all'esterno. Escono per verificare
un'eventuale presenza di ladri e, seguendo rumori sospetti, penetrano nella
villa di Gonzalo, dove rinvengono tracce di passaggio di intrusi. Danno
l'allarme agli abitanti di Lukones, che accorrono alla villa: la madre di
Gonzalo è trovata nella sua camera, moribonda, vittima di una violenta
aggressione.
PERSONAGGI
I villeggianti di Lukones e
dintorni
GONZALO PIROBUTIRRO D'ELTINO: hidalgo-ingegnere.
ELISABETTA FRANÇOIS: madre di Gonzalo.
FRANCISCO PIROBUTIRRO: padre di Gonzalo.
I BERTOLONI: proprietari di Villa Maria Giuseppina.
CAVALIER TRABATTA
TERESA: moglie defunta del cavalier Trabatta.
I CARPIONI
I BROCCHI
I TERESOTTI
GLI AGOSTONI
I PONZONI
I TOLOMMEI
I BASTEIRO
LA VEDOVA CARPIONI
LE SAPÌE DE' SARACENI
Gli abitanti di Lukones e del
Serruchon
FELIPE HIGUERÓA: medico.
PEPITA: figlia del medico Felipe Higueróa.
GIOVANNA: altra figlia del medico Felipe Higueróa.
CARLOTTA MORELLI: moglie del medico Felipe Higueróa.
GAETANO PALUMBO: vigilante del «Nistitúo de vigilancia para la noche».
MANGANONES: zio di Gaetano Palumbo.
DI PASCUALE: colonnello medico affittuario dei Bertoloni.
ROSA: moglie di Di Pascuale.
GIUSEPPE O JOSÉ: peone dei Pirobutirro.
GIUSEPPE O JOSÉ (detto Estrella): ex peone dei Pirobutirro.
BATTISTINA: domestica dei Pirobutirro.
CAROLINA: lavorante dei Pirobutirro.
PEPPA: lavandaia.
PEPPINO: fratello della lavandaia Peppa.
BEPPA O BEPPINA: pescivendola
GINA: sorella della pescivendola Beppa.
ANGELINO: nipote della pescivendola Beppa.
GIUSEPPINA O PINA: custode del cimitero.
BRUNO OLOCATI: guardia notturna di Trabatta.
ERMENEGILDO GOMEZ: guardia notturna di Trabatta, cugino di Bruno.
BATTISTA: domestico di Trabatta.
MANOEL TORRE: oste della trattoria «Alegre Corazón».
PEPITO: garzone della trattoria «Alegre Corazón».
DON GIUSEPPE: parroco.
PORONGA: falegname.
DOLORES GAMBERONI: segretaria del «Nistitúo de vigilancia para la noche».
LUIGINA: stiratrice.
GAETANINA: prepara conserve di pomodoro per la madre di Gonzalo.
MARIETTA
GIOVANNA
TEOTÓPULI: vende posate alla madre di Gonzalo.
BALÁNZAS: medico di Novokomi.
OLIVA: medico di Novokomi.
LODOMEZ: medico di Terepáttola.
HUBERTO RAMIREZ Y FONSECA: maggiore generale dell'ospedale militare di
Pastrufazio.
PASTORINO: maresciallo dell'ospedale militare di Pastrufazio.
ZÈPPOLA: colonnello dell'ospedale militare di Pastrufazio.
FREGUGLIA: degente dell'ospedale militare di Pastrufazio.
HUITZILOPÓTLI (detto Pablo e Repeppe): indio nonagenario .
MIGUEL CICO: vetturiale
IL BATTA: vetturiale
JOSÉ INRUMADOR
FERNANDO EL GORDO
MINGO RUIZ
CARLOS LA TORRE
CARMELO DE PEPPE
I grandi del Maradagál
JUAN MUCENO PASTRUFACIO: il generale vittorioso della battaglia di Santa Rosa
ed eroe della Reconquista.
CARLOS CAÇONCELLOS: grande epico, «aedo della Reconquista e della battaglia
di Santa Rosa».
UGUIRRE: presidente del Maradagál.
CARLOS VENTURINI: positivista.
LUIS COROÑA: positivista.
JOSÉ BARRIENTO:positivista.
SAVERIO LOPEZ: autore dei Mirabilia
Maragdagali.
GONZALO PIROBUTIRRO D'ELTINO: avo di Gonzales, governatore della Néa Keltiké
nel XVII secolo.
COLOMBO: rettore della Facoltà della Scuola d'ingegneria di Pastrufazio.